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LA DIETA DI MONTIGNAC

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California Sport & Fitness – ottobre 2002

Potrebbe il XXI° secolo segnare la fine della dieta? “Speriamo di si!” , dice il famoso “ammazza grasso” Michel Montignac. Dal momento della pubblicazione del “Metodo di Montignac per perdere peso” nel 1987, Montignac ha avuto un grande seguito tra attori, reali, disegnatori di moda, chef di livello mondiale, così come tre milioni di persone comuni in tutto il mondo.

Prima che uscissero sul mercato americano best-sellers sulle diete quali “Atkins’ Diet”, “Eat Great”, “Sugar Buster” o la recente “Zone Diet”, la bibbia “anti-dieta” di Montignac centrò l’idea della scienza tradizionale riguardo il dimagrimento.

Il suo programma fu il primo a focalizzare sui livelli di insulina del corpo e la velocità alla quale i carboidrati sono assorbiti attraverso le pareti intestinali nel flusso sanguigno. “Il mio metodo non è una dieta!”, dice Montignac. “E’ un riesame degli errori di alimentazione che abbiamo commesso per decenni. E’ uno stile di alimentazione da seguire per tutta la vita, che aiuta a riacquistare la propria vitalità e risolvere i problemi cronici di diegestione e di sovrappeso.”

Infatti nel suo nuovo libro, “Eat yourself Slim”, Montignac critica l’idea di basare la perdita di peso sulla dieta ipocalorica. Una strategia che domina le abitudini alimentari della gente da più di mezzo secolo, ritenendola il consiglio più ingannevole del XX° secolo. “Quando si mette qualcuno sotto dieta ipocalorica, bisognerebbe dirli che la possibilità di risolvere il suo problema di sovrappeso è inferiore all’1%. Non dire niente è disonesto, dal momento che gli studi fatti 20 anni fa hanno dimostrato che meno del 5% delle persone che seguono una dieta ipocalorica riescono a stabilizzare la loro perdita di peso negli anni. I dietologi sanno che le loro diete tradizionali non funzionano, ma continuano a prescriverle a milioni di persone!”. Montignac che ha cominciato la propria battaglia contro il grasso dall’età di 8 anni, ha sopportato per anni gli scherni dei bambini. Ma questi terminarono quando la pubertà lo trasformò da lardoso a striminzito. Ma il  sovrappeso, un problema ereditario che affliggeva i suoi parenti consanguinei maschi, riaffiorò all’et di 25 anni. “Ho perso 15 anni della mia vita ascoltando i dietologi che dicevano che non facevo abbastanza attività fisica, e che non abbassavo le mie calorie. Io invece facevo esattamente quello che mi dicevano! Non mangiavo niente, non bevevo alcoolici, e facevo jogging come un pazzo ogni mattina!” dice Montignac. ” Dopo 15 anni passati così ero 12 Kg. in sovrappeso e pesavo circa 2,5 Kg. in più rispetto ai miei due fratelli entrambi sovrappeso, che passavano tutto il giorno a godersi la vita, mangiando e bevendo tutto quello che desideravano!” A peggiorare il problema, dopo 3 mesi, agli inizi degli anni ’80 come direttore del personale della filiale europea di una compagnia farmaceutica americana, accumulò altri 5 kg.

A questo punto egli decise di usare la possibilità che derivava dalla sua posizione per accedere agli studi e alle ultime informazioni scientifiche sull’obesità.

“Essendo un obeso, mi sentivo profondamente coinvolto in questo argomento. Io ero un ricercatore che cercava delle risposte e voleva capire il proprio personale problema di sovrappeso nello stesso tempo.” Pur non essendo un medico, la mente aperta di Montignac divorò i dati scientifici che potevano racchiudere la chiave del dimagrimento. “Dagli inizi del XX° secolo, l’obesità è aumentata del 400% negli Stati Uniti, sebbene gli studi epidemiologici abbiano dimostrato che il consumo calorico medio della popolazione americana è calato del 35%!”, dice Montignac. Gli scienziati americani cominciavano ad investigare sulle ragioni della crescita  dell’obesità dal 3 al 10% nel 1935. La teoria delle calorie che è alla base dei programmi “Weight Watchers”, “Fit For Life” e molti altri, apparve per la prima volta nel 1930, quando due dottori americani presentarono le loro ipotesi che l’obesità derivava dalle troppe calorie piuttosto che da un’inefficienza del metabolismo. “La gente pensava che il corpo lavorasse come una caldaia. L’apporto calorico da una parte ed il dispendio calorico dall’altra”, spiega Montignac. “Se qualcosa che tu butti nella caldaia non viene bruciato completamente, verrebbe immagazzinato come grasso. Tu hai messo su peso perché hai mangiato troppe calorie e non hai fatto abbastanza esercizio fisico”. E così comparve la dieta con la “D” maiuscola, mentre potrebbe sembrare logico, Montignac dice che a quel tempo non esistevano le tecnologie per provare in maniera inconfutabile questa teoria. Gli stessi due ricercatori espressero alcuni anni dopo, alcune riserve sulle loro conclusioni.

Ma le loro considerazioni passarono inosservate. La loro teoria era già stata inserita nel curriculum della Medicina Occidentale, dove è ancor oggi dominante.

Il paradosso di assumere meno calorie ed ingrassare, ha molti esempi storici, dice Montignac. “Forzate il corpo a lavorare con meno energia di quella che abbisogna, ed essa si adatterà velocemente all’offerta. E’ istinto di sopravvivenza! Abbiamo visto ciò nei campi di concentramento dove le persone sono sopravvissute per 5 anni con meno di 600 calorie al giorno. Normalmente le persone hanno bisogno come minimo di 1600 calorie al grammo. Questi sopravvissero perché il loro corpo cambiò il metabolismo”.

Montignac verificò che il 100% dei sopravvissuti ai campi di concentramento divennero obesi più tardi nella vita. “Anche se mangiavano solo 1500 calorie al giorno, era comunque tre volte di più della necessità alla quale il corpo si era abituato nei campi di concentramento!”. Montignac studiò anche i problemi metabolici di monaci di mezza età. “La gente pensa che i monaci siano grassi perché non fanno niente tutto il giorno. Non è vero! I monaci adulti mangiano circa 1400 calorie al giorno. Ma poiché i monaci digiunano un giorno si e tre no, il loro corpo trattiene le calorie. Saltando avanti e indietro da un’alimentazione normale al digiuno hanno cambiato il loro metabolismo”.

Come Montignac dice, negli ultimi 10 anni, molti studi epidemiologici hanno dimostrato che non ci sono legami tra la media dell’introito calorico e l’obesità.

“Quest’approccio è fallito! Non è la quantità di cibo che tu mangi o le calorie contenute nei cibi che contano. La soluzione risiede nella risposta insulinica al cibo e alla velocità con la quale viene assorbito dal corpo!”.

Uno studio del 1976, pubblicato dal Dr. P.A. Crapo, un diabetologo di San Diego, che concludeva che la maggior parte degli obesi erano diabetici, e che la maggior parte dei diabetici erano obesi, rappresenta la molla per il metodo Montignac.

Con quel pensiero Montignac voleva verificare se il diabete, l’obesità e il dimagrimento erano legati ad un comune denominatore.

Avendo in terapia diabetici discendenti da messicani e cinesi, il Dr. Crapo prescrisse loro di smettere di mangiare i carboidrati. I messicani che smisero di mangiare le tortillas non continuarono a mangiare i fagioli e diminuirono il loro livello di diabete. I cinesi che invece continuarono a consumare il riso peggiorarono il loro diabete. “Fino a quel momento gli scienziati credevano che tutti i carboidrati causassero gli stessi livelli di glicemia”, dice Montignac.

“Il Dr. Crapo fu il primo a dire che non era così, e ad inventare il sistema di classificazione dei cibi chiamato “Indice Glicemico” (GI)”.

In una scala da 1 a 100, i cibi come verdura, fagioli, frutta e cioccolata al 70% di cacao, sono nella parte bassa della scala, mentre le patate, i cereali raffinati i succhi di frutta ricchi di glucosio, sono nella parte alta della scala. L’Indice Glicemico divenne subito uno strumento utile per combattere l’iperglicemia e gli alti livelli di glicemia che normalmente vengono raggiunti nel corpo dopo un pasto. Quando i pasti sono ricchi di carboidrati, i livelli di glicemia si alzano di parecchio e stimolano il pancreas a secernere l’ormone dell’insulina per riportare i livelli alla normalità.

“Più è alta la glicemia, più l’insulina è necessaria per correggere lo squilibrio”, spiega Montignac. Immediatamente egli sospettò che l’obesità avvenisse come risultato dell’iperinsulinismo. Era la causa, non la conseguenza dell’aumento di peso!

“Se tu metti 500 calorie di patate in un piatto e 500 calorie di lenticchie in un altro, i dietologi dicono che è la stessa cosa. Sono entrambi carboidrati e richiedono la stessa quantità  per bruciare le calorie che apportano”, dice Montignac. “Ma la fisiologica risposta a questi cibi è diversa. Con le patate, l’ 80% di questo amidaceo passa attraverso la parete intestinale, e causa un super lavoro degli enzimi digestivi. Un’enorme quantità di glucosio è immediatamente disponibile nel sangue e l’organismo deve contrastare gli alti livelli di glicemia ed insulina che si creano immagazzinando come grasso il glucosio che non riesce a bruciare”.

“Con le lenticchie solo il 20% dell’amido passa attraverso le pareti intestinali, causando un moderato innalzamento della glicemia. La qualità del glucosio nelle lenticchie è sufficiente per le nostre esigenze senza causare aumento di grasso.

Anche se tu aggiungessi del burro, il loro indice glicemico è così basso che non ci può essere  accumulo di grasso. Infatti il corpo brucerà  i grassi mangiando questo cibo. Ciò non succede con le patate!”

Come dice Montignac, “uno è un esempio di piatto che fa ingrassare, l’altro è un esempio di un piatto che fa dimagrire”. Capire questo significa pensare in un’altra ottica.

Questa è la ragione per cui i dietologi hanno così tanta difficoltà. E’ difficile per loro uscire dall’approccio calorico, ma la quantità delle calorie non è importante.

 

Questa è la chiave . Provando la sua teoria su se stesso, Montignac cominciò a nutrirsi di cibi a basso indice glicemico. Con 3 pasti abbondanti ed anche un po’ di cioccolata e vino dopo cena, in 3 mesi aveva perso 15 kg. senza limitare il suo apporto di cibo.

A dispetto dei critici, negli anni i benefici effetti sulla salute del metodo Montignac non sono stati ignorati.

Uno studio canadese condotto dal cardiologo Jean Dumesnil e dal nutrizionista prof. Jean Tremlay, è stato presentato all’8° Congresso Annuale sull’ Obesità tenutosi a Parigi. Dopo aver paragonato 3 differenti diete su uomini di 40 anni con un peso medio di 100 Kg., hanno concluso che il metodo Montignac ha diminuito l’appetito e soddisfatto i pazienti con una combinazione di proteine e carboidrati a basso indice glicemico. E’ stato perso più peso rispetto alle altre diete e gli uomini hanno registrato una riduzione del rischio di malattie cardiovascolari. I risultati di 2 studi di 12 anni condotti dal prof. Walter Willet dell’Università dei Harvard del dipartimento della Salute Pubblica, hanno concluso che il consumo di cibi ad alto indice glicemico favoriscono l’obesità, il diabete e le malattie cardiovascolari, e che l’attuale raccomandazione di consumare più carboidrati e pochi grassi è in buona parte responsabile dell’aumento dell’obesità nel Nord America.

“Il fallimento significa non avere risultati”, dice Montignac, il cui programma prevede una fase per la perdita di peso ed una seconda fase per il mantenimento. “Questo programma non è una panacea! Gli uomini hanno veramente poche difficoltà nel seguire questo programma, ma lo 0,15% delle donne fanno più fatica se hanno problemi ormonali o prendono farmaci.  Betabloccanti, Prozac+ e altri farmaci anti-ipertensivi hanno una notevole influenza sulla secrezione di insulina da parte dell’organismo.

Seguire il metodo di Montignac non significa non poter mai più mangiare un dolce.  “Imparerete come amministrare i dolci e a tener conto dei loro effetti negativi”.

I francesi  lo hanno fatto per anni, senza saperlo, che centra tra i suoi seguaci la Regina Elisabetta, il disegnatore di moda Christian Lacroix e l’attore Gérard Dépardieu?

In effetti, con alcuni libri in attivo, una catena di negozi di gastronomia in Europa, un “Café Montignac” a Parigi, un business di vendita per corrispondenza di                            e cioccolata, una tenuta di vini nel Bordeaux che produce i vini “Chateau Michel Montignac”, e in più un vero e proprio istituto per la ricerca scientifica, si può dire che la “Galassia Montignac” è altrettanto vasta quanto sembra efficace.

LE STRATEGIE DI MONTIGNAC

  1. Se mai perdere peso porta il tuo apporto proteico a 1,5 gr. di proteine per Kg. corporeo (P.es un uomo di 80 Kg. dovrebbe consumare circa 120 g. di proteine al giorno).
  2. Ogni settimana consuma almeno tre abbondanti pasti ricchi di carboidrati a base di cereali integrali (p. es. riso integrale) oppure legumi (p.es. fagioli) divisi tra pranzi e cene.
  3. Consuma prodotti caseari ad ogni pasto.
  4. Impara a controllare lo stress con esercizi di rilassamento, meditazione e yoga.
  5. Gli allenamenti non devono per forza essere massacranti per essere validi.
  6. Cerca di evitare lo zucchero il più possibile.
  7. Compra, conserva e cuoci i tuoi cibi in maniera da preservare il più possibile le vitamine.
  8. Mangia fino a che sei pieno.
  9. Non saltare mai un pasto ed evita gli “snacks” tra i pasti.
  10. Limita il tuo consumo di grassi saturi.
  11. Evita tutte le bevande dolci.
  12. Mangia lentamente.