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“ABC” DELLE VITAMINE PER COMBATTERE I TUMORI

“ABC” DELLE VITAMINE PER COMBATTERE I TUMORI
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Nell’articolo “I DIECI COMANDAMENTI DEL DIMAGRIMENTO” c’eravamo lasciati con l’ultimo comandamento  che era: usa gli integratori.

Vediamo quali.

Ma prima voglio fare una promessa riguardante l’uso in generale degli integratori. Per fare questo non trovo niente di meglio che riportare alcuni brani dal libro “La nuova nutrizione” di Michael Colgan edito da “Tecniche Nuove”, un libro che sicuramente consiglio di leggere.

In questi ultimi cinque anni l’atteggiamento della classe medica nei confronti della nutrizione è profondamente cambiato. Il 19 agosto 1992 per la prima volta nella sua storia il “Journal of the American Medical Association”, solitamente molto conservatore, ha raccomandato l’uso di integratori vitaminici per prevenire l’aterosclerosi e le malattie cardiache. Nel maggio 1993 l’autorevole “New England Journal of Medicine” ha pubblicato due ampi studi epidemiologici, cui hanno partecipato 130.000 operatori sanitari, dimostrando che la vitamina E ad alte dosi riduce in maniera giustificativa il rischio di attacchi cardiaci ed ictus sia negli uomini che nelle donne.

Gli autori hanno dimostrato inoltre che è praticamente impossibile assicurarsi una quantità sufficiente di vitamina E con il cibo e, con l’approvazione del comitato di redazione, hanno raccomandato l’integrazione di vitamina E. Poi si è unita al coro l’erudita rivista “Nutrition Reviews”, bibbia della scienza della nutrizione consultata dagli stessi ricercatori e fulgido esempio di rispettabilità scientifica, dimostrando che è impossibile ricavare vitamine sufficienti dal cibo di qualità scadente del giorno d’oggi e criticando la FDA perché non permette alle aziende di informare  l’opinione pubblica sull’effetto preventivo delle vitamine nei confronti del cancro.

Il “New England Journal of Medicine” ha contribuito con un ampio studio su 89.000 infermiere seguite per 8 anni, da cui è emerso che quelle che prendevano vitamina A in dosi del 30% o più superiori alla RDA avevano un rischio di tumore al seno significativamente più basso delle altre.

Naturalmente esistono anche alcuni studi sulle vitamine con risultati negativi, che trovano ampio spazio nei media perché le polemiche fanno notizia. I potenti proprietari delle case farmaceutiche non vedono di buon occhio i mass media che plaudono ai benefici effetti preventivi di vitamine non brevettabili, perché i loro guadagni si basano sulla dipendenza di un sempre maggiore numero di persone dai farmaci vendibili solo dietro presentazione di ricetta medica.

Mentre scrivo è in corso in America un’abile opera di manipolazione dei media volta a far travisare i risultati di uno studio pubblicato il 14 aprile 1994 sul “New England Journal of Medicine”, sponsorizzato dallo U.S National Cancer Institute. La ricerca riguarda gli effetti del beta-carotene e vitamina E su 29.000 fumatori dai 50 anni d’età in poi.

Dopo 5-8 anni, i ricercatori non hanno trovato prove di una riduzione del rischio di tumore ai polmoni.

Le dichiarazioni, abbondantemente citate, rilasciate in proposito da personaggi presumibilmente autorevoli quali il dottor Gilbert Omenn, preside della facoltà di medicina della University of Washington a Seattle, sono particolarmente preoccupanti. Spero che il dottor Omenn sia stato citato erroneamente quando sostiene che lo studio riguarda soggetti sani “perché i fumatori prendono le stesse malattie di tutti gli altri”.

Il lavoro in questione non riguarda persone sane: i soggetti ammessi allo studio erano tutti forti fumatori da lungo tempo e tutti ultracinquantenni; all’inizio dello studio gli uomini avevano in media un’età di 57,2 anni e fumavano 20,4 sigarette al giorno da 35,9 anni.

Quasi tutti i tumori si sviluppano in forma silente per molti anni prima di manifestarsi con sintomi o alterazioni fisiche osservabili. I processi patologici provocati dal fumo erano già assai avanzati in questi soggetti prima ancora dell’inizio dello studio: somministrare loro un po’ di vitamine e pretendere la guarigione è un’assurdità pari soltanto a quella di prendere l’aspirina per curare un dente marcio.

Del resto questo studio non trova grande applicazione neppure tra i fumatori. I media hanno omesso di citare le dosi di vitamine usate, che erano bassissime: i 50 mcq (50 UI) al giorno di acetato di  dl-alphatocoferolo  sono una dose infinitesimale e per di più in forma sintetica. In una recente rassegna di tutti i principali studi in proposito apparsa sul “Journal of the American Dietetic Association”, rivista di tendenza assai moderata, si consigliano a scopo preventivo da 200 a 800 UI di vitamina E al giorno ai “non fumatori”.

Analogamente, i 20 mcq (33,32 UI) di betacarotene al giorno dello studio, assicurano una scarsissima protezione contro gli imponenti processi patologici già all’opera in soggetti che fumano molto e da molti anni, e venti milligrammi di betacarotene corrispondono solo a due grosse carote.

Fumare è un vizio micidiale. Non dimenticate che sui pacchetti di sigarette è riportata la dicitura “il fumo nuoce gravemente alla salute” . Suggerire che si possa fermare questo processo patologico con un paio di carote al giorno è ridicolo. Dopo aver consultato tutti gli studi in proposito, al Colgan Institute abbiamo adottato la dose di 25.000 – 50.000 UI (15-30 mq) di betacarotene al giorno per il normale mantenimento dei soggetti sani, mentre ai fumatori ne occorrerebbe molto di più per rimediare efficacemente  alle proprie condizioni.

Se mai vi è stato uno studio destinato a fallire, è questo: i suoi autori si dovrebbero vergognare, ma non deve sorprendere che 43 milioni di dollari dei contribuenti siano stati spesi in questo modo. Il National Cancer Institute ha commesso molti simili errori in passato. Questa istituzione mastodontica, con un bilancio di 2 miliardi di dollari l’anno, non intendeva certo lasciarsi sottrarre potere e profitti da strategie di prevenzione del cancro fai da te.

Per sapere la verità sulle vitamine, rivolgetevi ad esperti la cui posizione e il cui stipendio non dipendano dal persistere delle malattie.

Di questo si sono ormai convinti migliaia di autorevoli scienziati americani e, mettendo a rischio carriere universitarie e finanziamenti federali alla ricerca, quelli che hanno coraggio e onestà sufficienti hanno cominciato apertamente. Vediamo qualcuno dei loro commenti.

Il dottor Jerome Cohen, docente di medicina interna alla St. Louis University School of Medicine, una volta era contrario agli integratori vitaminici; adesso vi dirà che prende egli stesso 400 UI di vitamina E al giorno per proteggere il suo cuore.

Il dottor Simin Meydani  dello Human Nutrition Research Center on Aging presso la Tufts University di Boston: “ Pensavamo alle vitamine solo in termini di fabbisogno minimo per prevenire carenze a breve termine. Adesso cominciamo a pensare al livello ottimale di vitamine necessario per mantenere la salute durante tutta la vita e per prevenire le malattie associate all’invecchiamento”.

Per dimostrare gli effetti della vitamina C la dottoressa Gladys Block, già al National Cancer Institute e ora presso la University of California (Berkley), ha esaminato i 15 principali studi su vitamina C ed incidenza dei tumori; distribuendo su  una scala da 1 a 100 la quantità di questa vitamina assunta dai soggetti in esame, l’incidenza dei tumori dell’esofago e dello stomaco è risultata da metà ad un terzo fra coloro che assumono da 75 a 100 rispetto a coloro che ne assumono da 1 a 25.

Il dottor Daniel Melzen della University of California (Irvine): Somministrare ai bambini grandi quantità di antiossidanti può servire a proteggerli da adulti dalle malattie polmonari”.

Walter Willett, illustre ricercatore di Harvard: Fino a poco tempo fa si insegnava che in questo paese tutti ricevono una quantità sufficiente di vitamine con l’alimentazione e che gli integratori servono solo a produrre urina a caro prezzo”. Ritengo che abbia ormai le prove del fatto che non è vero e la comunità scientifica si è resa conto che questo è un importante settore di ricerca.

Il 60% dei dietologi dello Stato di Washington, per esempio, prende preparati polivitaminici e un recente sondaggio ha rivelato che il 78% degli americani è convinto che prendere integratori serva a mantenersi in salute. Il prestigioso Kellogg Report calcola che la differenza delle conoscenze sulla nuova nutrizione ci farà risparmiare 20,5 miliardi di dollari in spese sanitarie.

Le dimostrazioni dell’efficacia degli integratori sono tali che in alcuni stati USA le autorità stanno prendendo in considerazione la possibilità di includerli nella copertura assicurativa prevista dal piano sanitario di Clinton.

Il Vermont ha anticipato i tempi con una proposta di legge che prevede detrazioni d’imposta per gli integratori vitaminici. In questo capitolo ho tenuto per ultima la notizia più bella: da anni vedo accumularsi le prove a favore delle vitamine, da anni prendo nota delle dichiarazioni pubbliche, caute ma in graduale evoluzione, dagli esperti del principale centro governativo di ricerche sulla nutrizione, lo USDA (Human Nutrition Research Center).

Il 4 marzo 1994 il responsabile della ricerca sugli antiossidanti, il dottor Jeffrey Blumberg, uno degli scienziati  più conservatori e scrupolosi che conosca, finalmente ha ammesso a chiare lettere: “ Nutriamo la certezza che queste cose funzionano davvero”.

L’attuale crisi del nostro sistema sanitario è frutto della disperazione della gente di fronte all’incapacità della classe medica, con la sua fede nella “high-tech”, di compiere miracoli su corpi che si trovano già sulla barca della morte, a metà del guado dello Stige”.

Michael Colgan, Medical Lectures, 1994

Bene, non vi sembra un argomento molto attuale e trasferibile alla situazione in Italia dove lo Stato ha speso nel 1996 12.000 miliardi per fronteggiare l’emergenza cancro?

E questo è un dato che rappresenta solo una parte di quello che finisce nelle casse dell’industria anti-tumori: non sono comprese le visite private, l’infermiera che fa le notti a pagamento, altre medicine di supporto alla terapia antitumorale quali antibiotici e antidolorifici e tutto quello che comporta, in termini economici, avere in famiglia un malato di tumore. Non è un caso se medici illustri e primari altolocati hanno subito dato del “ciarlatano” a quell’omino dai capelli bianchi la cui colpa maggiore è visitare gratis i pazienti e di proporre una terapia a base di sostanze quali la somatostatina, la melatonina ed alcune vitamine antiossidanti il cui costo (a parte la somatostatina che aveva un prezzo super “pompato” ma che, come si è dimostrato, poteva costare molto meno) è irrisorio rispetto alle classiche terapie antitumorali.

Certo è tutto ancora da dimostrare, ma come mai non gli si doveva dare neppure la possibilità di iniziare la sperimentazione, e solo un “sollevamento” popolare ed una sensibilizzazione dei mass-media ha costretto le autorità ad intraprendere la strada della sperimentazione?

Io non so quando e se avremo i risultati di una sperimentazione condotta in maniera corretta, comunque io ammiro Di Bella per la sua ricerca, la sua devozione, la sua umanità ed anche perché un uomo che non ha la televisione in casa non può che suscitare simpatia.

Intanto comunque io continuo a prendere la mia vitamina C, la mia vitamina E, il mio Betacarotene e, perché no, anche la melatonina, in fondo mi fa dormire meglio.    

California Sport & Fitness – aprile 1998