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Anziani malati di Parkinson, ballate e fate palestra

Anziani malati di Parkinson, ballate e fate palestra
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L’esercizio fisico può aiutare le persone con malattia di Parkinson a migliorare l’equilibrio, la mobilità e la qualità della vita e, nei pazienti con malattia lieve, a ridurre le cadute. A dirlo è uno studio pubblicato sulla rivista medica Neurologye condotto dall’Università di Sydney in Australia.

LO STUDIO

Una parte dei 231 pazienti con Parkinson reclutati dai ricercatori ha preso parte ad un programma di ginnastica della durata di sei mesi e composto da tre sessioni settimanali dai 40 ai 60 minuti di esercizi per l’equilibrio e il potenziamento della muscolatura degli arti inferiori. Rispetto ai malati del gruppo di controllo, non partecipanti all’allenamento, il numero di cadute è rimasto inalterato nei pazienti con patologia grave, mentre è diminuito del 70% nei pazienti con una forma lieve di Parkinson. Inoltre, i partecipanti al programma di allenamento hanno riportato anche un umore migliore e una minore paura di cadere. Secondo gli autori dello studio, questi risultati, unitamente al fatto che le sessioni di ginnastica richiedono soltanto la supervisione da parte della fisioterapista, suggeriscono l’opportunità di dedicarsi ad un programma di esercizi fin dalle prime fasi della malattia.

CONSEGUENZE DELLE CADUTE

Sono per la maggior parte persistenti le conseguenze delle cadute cui vanno incontro così di frequente gli anziani, per i quali questi incidenti rappresentano la sesta causa di morte e determinano il 40% dei casi di ricoveri ospedalieri. I dati dicono che oltre un terzo degli anziani over 65 che vive a casa cade ogni anno e nel 50% dei casi si tratta di cadute ricorrenti. Le conseguenze in termini di disabilità più o meno gravi, perdita dell’autonomia e costi per assistenza e cure lo rendono un vero e proprio problema di sanità pubblica.

EQUILIBRIO INSTABILE

Migliorare il proprio senso dell’equilibrio e rafforzare il sistema muscoloscheletrico è molto importante per tutti gli anziani, non solo per i malati di Parkinson. E la danza, anche per la sua componente ludica, può essere una valida soluzione, come ben sanno gli scienziati che ne studiano le possibili applicazioni cliniche.

BALLO: UN ESERCIZIO NATURALE

Un recente studio, pubblicato sugli Archives of Gerontology and Geriatrics, ha analizzato l’effetto della pratica di alcuni balli sugli anziani. I ricercatori hanno studiato un gruppo di 59 brasiliani, di età compresa tra i 60 e gli 80 anni e residenti in tre case di riposo, il cui stile di vita era stato sedentario nei tre mesi precedenti all’inizio dell’esperimento. A trenta di loro è stato chiesto di frequentare un corso di ballo, tre volte a settimana per quattro mesi. Per monitorare gli eventuali progressi degli anziani, i ricercatori hanno stabilito il livello di equilibrio iniziale di ciascuno, misurando la distribuzione della pressione esercitata dal corpo sulla superficie plantare. Con la pratica assidua di foxtrot, valzer, rumba, swing, samba e bolero, si è vista una netta diminuzione del numero di cadute (una sola nel gruppo dei ballerini), mentre nel gruppo dei sedentari la frequenza degli incidenti è rimasta invariata.

BAILAMOS

E’ questo il nome di un progetto, finanziato dagli istituti nazionali di sanità americani (National Institutes of Health, NIH) e guidato dall’Università di Chicago, dedicato alla diffusione del ballo fra i latino americani anziani. Rispetto ai loro coetanei, infatti, essi sono per varie ragioni meno propensi a svolgere attività fisica. Questa sedentarietà è alla base dei maggiori problemi di salute di questa fascia della popolazione statunitense. “Bailamos” intende anche verificare l’influenza della pratica di merengue, cha-cha-cha, bachata e salsa su equilibrio, mobilità e capacità cognitive degli anziani.

L’applicabilità dei risultati di queste ricerche – commentano gli scienziati – non è limitata ai gruppi studiati di volta in volta. Infatti, le scelte di danze e musiche possono venire adattate alle caratteristiche culturali dei vari paesi, ad esempio scegliendo balli che non necessitano di un partner o musiche che gli anziani hanno amato in gioventù, ricordando che i benefici regalati dal ballo si osservano anche in chi – nonostante l’età – è alle sue prime esperienze.

 

La Stampa 05/01/2015