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ELIMINA IL FRUMENTO RAFFINATO

ELIMINA IL FRUMENTO RAFFINATO
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Tutti conoscono l’esistenza del morbo celiaco che è un’intolleranza alla gliadina, proteina contenuta nel glutine, presente nella maggior parte dei prodotti a base di cereali, ma non tutti sanno che esiste la “glutensensivity” che è una sindrome dove sono assenti le lesioni anatomiche a carico delle mucose intestinali e il relativo malassorbimento necessari per fare diagnosi di celiachia ma sono presenti sintomi di infiammazione cronica che possono sfociare nella sindrome da intestino irritabile (IBS)  e nell’intestino permeabile (Leakygutsyndrome).  In conseguenzaa ciò molecole complesse non digerite entrano nel flusso sanguigno e favoriscono l’insorgere di malattie autoimmuni (per es. tiroiditi). La reazione immunitaria innescata dal glutine incrementa l’infiammazione che favorisce l’insulino resistenza, l’aumento del grasso viscerale provocando un circolo vizioso che porta al sovrappeso. Pensiamo a quanti cibi composti con la farina mangiamo ogni giorno e quasi ad ogni pasto: pane, pasta, pizza, prodotti da forno, dolci. Il glutine è contenuto in vari cereali quali frumento, orzo, avena, segale, kamut e spelta ma, senz’altro il cereale maggiormente responsabile della glutensensivity è il frumento, non solo per il suo maggior consumo ma perché il frumento moderno, prodotto negli ultimi 50 anni, è frutto di tecniche di bioingegneria con ibridizzazioni e trattamenti che hanno utilizzato addirittura radiazioni al cobalto ed hanno portato alla produzione di “frumento sintetico” con un contenuto di glutine fino a decine di volte superiore a quello coltivato nella prima metà del 900. I nostri antenati ma anche solo i nostri nonni non avevano questi problemi anche se la loro alimentazione era basata sul pane e sui derivati dei cereali perché le frazioni proteiche gliadina e glutenina presenti nei cereali in natura sono un’altra cosa rispetto al glutine che deriva dall’idratazione e dall’impastamento della farina in maniera da acquisire quel grado di elasticità e appiccicosità necessari per la preparazione di alimenti come pane, pizza, pasta, etc (avete presente quando i pizzaioli stirano e tirano la base di farina e acqua per preparare la pizza). Purtroppo questa “appicccicosità” ha effetti negativi a livello dell’apparato gastro intestinale. Inoltre l’amido contenuto nel frumento stimola l’insulina più dello zucchero bianco e l’insulina stimola l’enzima s delta 5desaturasiche favorisce la produzione di acido arachidonico che è un acido grasso precursore delle prostaglandine infiammatorie. Quest’ultimo passaggio è ulteriormente potenziato dal glutine tramite lo stimolo degli enzimi COX-2 che sono quegli stessi che vengono inibiti dall’aspirina e dall’ibuprofene. Ecco quindi come il consumo di farine di frumento raffinate e contenenti glutine in grande quantità sono alla base del processo di infiammazione che è una delle cause dell’aumento di grasso corporeo e del sovrappeso resistente anche ad un approccio ipocalorico. Attenzione, rinunciare a pane e affini può essere difficile perché il glutine una volta digerito produce delle esorfine chiamate “gluteomorfine” che hanno un effetto “simil oppiaceo” a livello del cervello producendo una falsa sensazione di benessere. Per qualche giorno, dopo l’eliminazione del glutine, ci può essere una specie di crisi di astinenza ma una volta superata, l’umore sarà molto più stabile di prima. Non è neanche una buona idea rimpiazzareil frumento con prodotti raffinati senza glutine perché in questo caso il glutine viene sostituito con amidi che alzano ulteriormente l’indice glicemico dell’alimento stimolando così ancora di più la produzione di insulina. Quindi la scelta deve indirizzarsi verso alimenti naturalmente privi di glutine quali, ad esempio, grano saraceno, amaranto e riso integrale.

L’ACCADEMIA DEL FITNESS – Wellness & Anti-aging magazine – ottobre 2014