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GASTROPROTETTORI

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Quelli che oggi si prescrivono più frequentemente a chi sta assumendo aspirina, antinfiammatori, cortisonici o anche per il semplice reflusso gastroesofageo, sono di fatto gli inibitori di pompa protonica il cui nome finisce sempre in “zolo” (omeprazolo, lansoprazolo) e sono tra i farmaci più venduti al mondo anche per il grande aumento dei disturbi a livello dello stomaco, primo fra tutti il reflusso gastroesofageo che ormai è diventato una pandemia. Questi farmaci bloccano la produzione di acido cloridrico che, se da una parte può ridurre la sintomatologia legata all’ulcera o al reflusso gastroesofageo come il bruciore, dall’altra provoca notevoli effetti collaterali. Lo stomaco è acido non per caso ma perché l’acidità è necessaria a distruggere batteri patogeni, all’assorbimento di determinate sostanze, a digerire le proteine. Se presi a lungo gli inibitori di pompa protonica aumentano il rischio di infezioni da Clostridium Difficile, riducono l’assorbimento di vitamina B12, ferro eme e magnesio. A causa della ipomagnesemia e della ridotta biodisponibilità orale di calcio viene maggiormente stimolato il paratormone che induce un maggior riassorbimento dell’osso che porta ad un maggior rischio di frattura. Inoltre il duodeno e la prima parte dell’intestino che normalmente hanno un pH più basso proprio in virtù dell’acidità del succo gastrico si ritrovano con un pH più alto tipico delle parti più basse dell’intestino il cosiddetto overgrowth cioè la sovracrescita batterica intestinale da parte di batteri che normalmente colonizzano le parti più basse favorendo così una disbiosi intestinale. Le proteine se si presentano indigerite a livello dell’intestino sono in grado di indurre delle risposte immunitarie esagerate che possono portare addirittura a malattie di tipo autoimmune soprattutto dovuto al fatto che questi stessi farmaci esercitano un’azione infiammatoria a livello della mucosa intestinale favorendo l’instaurarsi dell’intestino permeabile accentuato dalla disbiosi intestinale che comporta il passaggio di queste molecole proteiche indigerite dal lume intestinale al circolo sanguigno innescando la risposta immunitaria. Assumere un inibitore di pompa protonica al dosaggio di 20 mg al giorno per un anno aumenta di 10 volte il rischio di sviluppare un cancro all’intestino. L’alterazione del microbiota aumenta la produzione di cortisolo che ha un effetto catabolico e favorisce la sarcopenia. Ma se ciò non bastasse vi posso dire che esiste una lunga serie di studi scientifici che correlano casi d’impotenza con l’uso degli inibitori di pompa protonica e si ipotizza che ciò sia collegato con l’interferenza nella produzione di testosterone. E’ quindi sempre meglio cercare trattamenti più soft come l’uso di acido ialuronico, aloe, malva, liquirizia, altea, evitare di fumare, bere alcolici e caffè, zucchero e cioccolato e, attenzione, il reflusso aumenta anche esagerando coi cibi grassi e i fritti. Spesso però il reflusso gastroesofageo è anche legato ad un problema di stress per cui diventa molto utile adottare strategie di gestione dello stress come imparare la corretta respirazione diaframmatica, il training autogeno o la meditazione e soprattutto lavorare di meno.