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LA STEVIA REBAUDIANA

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L’ACCADEMIA DEL FITNESS – Wellness & Anti-aging magazine – ottobre 2013

Dott. Giovanni Montagna

Dott. Massimo Spattini

 

 

Lo stile di vita ed alimentare moderno si riflette nell’attuale e crescente tendenza a sviluppare sovrappeso e obesità. L’accumulo di grassi corporei e il corrispondente aumento di peso si manifestano in seguito ad uno squilibrio fra introito calorico e spesa energetica ma anche a variazioni nel profilo ormonale, soprattutto riguardante il metabolismo degli zuccheri (l’insulina in questo caso è l’ormone più coinvolto). L’incremento del tessuto adiposo sembra essere collegato ad una persistente infiammazione di bassa intensità, conseguente all’assunzione eccessiva di grassi e/o di zuccheri semplici, la quale determina insulino-resistenza e facilita l’accumulo di massa grassa.

L’obesità è un fattore di rischio per patologie cardiovascolari, ipertensione, diabete di tipo 2, ictus, determinati tipi di cancro,disturbi muscolo-scheletrici e malattie respiratorie croniche che determinano uno scadimento della qualità di vita.

Al contrario, è stata ampiamente dimostrata l’efficacia di una corretta alimentazione nella riduzione dei fattori di rischio e nel prevenire patologie legate alla dieta o nel diminuirne la possibilità di recidive, in particolare delle malattie cardiovascolari.

Una riduzione del 5-10% del peso corporeo di soggetti obesi riduce molti rischi per la salute, poiché migliora il profilo lipidico e lipoproteico, l’ipertensione, il diabete e l’insulino-resistenza, riduce il rischio di osteoartriti e relativi sintomi, di alcuni tipi di cancro e di altri fattori di rischio coinvolti nello sviluppo di malattie croniche. Questa perdita, può essere aiutata con l’utilizzo di semplici accorgimenti, in particolar modo la sostituzione dello zucchero aggiunto (nel caffè, tè, bibite, ecc) con dolcificanti ipocalorici (meglio se di origine naturale) è un gesto semplice ma produttivo. Anche l’introduzione o l’aumento dell’attività fisica deve essere un must per migliorare lo stile di vita.

Di recente, in seguito alla valutazione europea della sicurezza dei glicosidi steviolici, estratti dalle foglie di Stevia Rebaudiana Bertoni, come dolcificante e alla loro successiva autorizzazione all’impiego in UE , è arrivata anche in Italia una nuova possibilità di dolcificazione in grado di offrire un’efficace alternativa di origine naturale allo zucchero e agli altri dolcificanti.

La Stevia è stata scoperta per la prima volta dalle popolazioni indigene che utilizzavano le sue foglie per edulcorare le loro bevande. Nell’ottocento, il consumo della Stevia si era esteso a tutto il Sud America, incluso il Brasile e l’Argentina.

La sua diffusione al di fuori del Sud America avvenne a seguito della sua “scoperta”, avvenuta nel 1887, da parte del botanico M.S. Bertoni. Nel 1931, due chimici francesi, M. Brideled R. Lavielle, hanno isolato i principali componenti che conferiscono alla Stevia il suo gusto gradevole: i glicosidi steviolici.

Già utilizzata per le proprietà medicali oltre che dolcificanti,molte delle componenti della Stevia sono state studiate a fondo negli anni, sia allo scopo di fugare ogni dubbio sulla sicurezza, sia per individuarne tutte le potenzialità benefiche e quindi le possibili applicazioni.

Dal 1970, i giapponesi hanno condotto approfondite ricerche sulla Stevia e hanno riscontrato come il suo utilizzo sia completamente sicuro.

Anche enti internazionali sulla sicurezza alimentare come il Comitato congiunto di esperti FAO e OMS (rispettivamente l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura e l’Organizzazione Mondiale della Sanità) sugli additivi alimentari (JEFCA) a livello internazionale, l’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) a livello europeo, come pure agenzie nazionali per la sicurezza alimentare, hanno redatto “panel” sulla sicurezza nel consumo della Stevia e dei suoi componenti.

Recentemente proprio la EFSA ha redatto un “Scientific Opinion on the safety of steviolglycosides for the proposeduses as a food additive” in cui viene stabilito la sicurezza nell’assunzione di glicosidi steviolici (espresso in stevioliequivalent) di 4mg/kg/giorno.

I glicosidi steviolici sono dolcificanti intensivi estratti dalle foglie della pianta Stevia (Stevia Rebaudiana Bertoni). Il potere dolcificante di tali sostanze, quali steviosidi e rebaudiosidi, è dalle 40 alle 300 volte superiore a quello del saccarosio. Gli esami tossicologici hanno evidenziato che le sostanze non sono genotossiche, né cancerogene, né collegate a effetti avversi sul sistema riproduttivo umano o nei bambini in fase di crescita.

Proprio per l’elevato potere edulcorante dei glicosidi più impiegati, ne sono sufficienti quantità impalpabili per dolcificare quanto il saccarosio.

Effetti della Stevia sui livelli di glucosio ematico nei soggetti diabetici

La Stevia purificata non ha alcun effetto immediato sul glucosio ematico o sul livello di insulina di soggetti diabetici in dosi fino a 1000 mg.

Uno studio in merito non ha rilevato alcuna differenza negli effetti indesiderati riportati da coloro che consumavano Stevia e dai soggetti che assumevano, invece, un placebo.

Effetti del dolcificante in soggetti con diabete di tipo 2

Uno studio randomizzato in cieco ha messo in evidenza come un consumo abituale dell’estratto di foglia di Stevia non abbia alcun effetto sul glucosio ematico, sull’insulina, sull’emoglobina glicata (HbA1c), sui lipidi ematici (colesterolo e trigliceridi) di soggetti affetti da diabete di tipo 2. Seguendo 122 soggetti che consumavano 1000 mg estratto di foglia di Stevia al giorno oppure placebo per 4 mesi, i ricercatori non hanno evidenziato differenze negli effetti indesiderati riportati dalle due categorie di soggetti.

Effetti della Stevia in soggetti adulti non diabetici

Uno studio condotto su 100 adulti sani che consumavano 1000 mg di estratto di foglia di Stevia oppure placebo per 4 settimane ha rilevato che un consumo abituale di estratto purificato di foglia di Stevia non ha effetti sulla pressione sanguigna né su alcun altro indicatore di salute in soggetti adulti sani. Non è stata rilevata, infatti, alcuna differenza tra i disturbi collaterali riportati dalle 2 categorie di soggetti.

Uno studio per valutare la tollerabilità di 1500 mg di stevioside (assunzione di 500 mg tre volte al giorno) ha riscontrato che l’utilizzo di stevioside per 2  mesi è stato associato ad una diminuzione sia della pressione sistolica che diastolica di 6,7% e 6,4%, rispettivamente, senza inoltre avere effetti collaterali sulla tollerabilità.

Questo studio ha anche osservato che il il gruppo Stevia aveva un tasso ridotto di ipertrofia ventricolare sinistra con un valore del’11,5% per la Stevia rispetto al 34,0% del placebo.

In Ipertesi l’assunzione di 250mg di stevioside tre volte al giorno (totale 750 mg) ha provocato una diminuzione della pressione sanguigna (8,1% sistolica e 13,8% diastolica) rispetto al placebo al terzo mese di utilizzo e mantenuta nei successivi nove mesi. La cosa interessante è che chi era normoteso (pressione nella norma) non ha subito variazioni pressorie.

Effetti di stevia sulla salute riproduttiva e lo sviluppo

Numerosi studi sulla tossicità riproduttiva e sullo sviluppo della prole di diverse specie animali hanno dimostrato l’assenza di problemi per la salute riproduttiva e per le generazioni successive di questi animali anche ad elevate dosi di somministrazione. Inoltre,l’evidenza ha dimostrato che i glicosidi steviolici puri (sia lo stevioside sia la rebaudioside A) hanno un profilo metabolico e una farmacocinetica simile nei ratti e negli umani, per cui un report sottoposto all’FDA puntualizza che l’utilizzo di stevia non si pone come un rischio per la salute riproduttiva umana ed è quindi il suo uso sicuro anche durante lagravidanza.

Effetti allergizzanti/tossici degli estratti di Stevia

Secondo un report sottoposto alla FDA non si sono evidenziati dubbi sulla possibile allergenicità o tossicità dei prodotti di degradazione o dei glicosidisteviolici presenti nel prodotto. Secondo la completezza dei dati disponibili, si è concluso, pertanto, che nessuna evidenza scientifica ha supportato l’ipotesi che i glicosidi steviolici,possano avere un potenziale tossico o allergizzante.